Gaia Bermani Amaral, Roberto Cotroneo
Parte dei proventi ricavati dalla vendita di questa favola, andranno devoluti in Beneficienza all’UNICEF per aiutare i bambini siriani colpiti dalla guerra.
La copertina e le illustrazioni interne sono di Serena Riglietti, la disegnatrice italiana di Harry Potter.
C’era una volta un lago di montagna nascosto da
una catena di monti che lo circondava quasi volesse
abbracciarlo. Le vette erano alte e appuntite come
una schiera di triangoli uno in fila all’altro, e nuvole
d’argento e bronzo rosato vi si depositavano intorno
quasi fossero preziose collane al collo. La leggenda
del lago dice che le cime erano talmente alte da
bucare il cielo di tanto in tanto, facendo scendere,
sullo specchio d’acqua e il bosco verde brillante, il
pulviscolo delle stelle. Il lago rotondo come un
perfetto mappamondo non ghiacciava mai
d’inverno, assumeva soltanto una tonalità più simile
al blu cobalto degli occhi delle fate che abitavano le
grotte dietro la cascata: le Fate dell’Arcobaleno,
guardiane di quel luogo incantato. Sono loro che
fabbricano gli arcobaleni di tutto il mondo.
Un giorno un grosso coccodrillo brasiliano
dagli occhi tristi giunse misteriosamente sulle rive
del lago popolato dalla tribù dei pesci fosforescenti
in cerca di amicizia.
“Mi chiamo Drillo, Drillo il coccodrillo
vegetariano e sono in cerca di nuovi amici… La mia
comunità di coccodrilli carnivori mi ha cacciato
perché a me piace mangiare alghe e canne di
bambù”.
Nonostante le buone intenzioni di Drillo, i
pesci colorati decidono di scappare nella notte e
raggiungere la foce del Mare Infinito pronti a iniziare
una nuova vita.
All’indomani, sguazzando nelle acque del lago
in cerca di compagnia, Drillo si accorge che il Lago
di Montagna è completamente deserto. Dove sono
finiti i pesci colorati?
Anche le Fate dell’Arcobaleno non tardano a
scoprire il nefasto evento e indicono
immediatamente una riunione delle fate per
decidere il da farsi. Sarà l’ultima delle fate, Nanì, a
trovare il coraggio di avvicinarsi al coccodrillo che
non smette di piangere a dirotto.
“Perché piangi, Drillo?”
“Perché mi sento così solo ora che il lago si è
svuotato. Io non sono cattivo… Io sono un
coccodrillo buono”.
La giovane fata intenerita: “partirò alla ricerca
dei nostri cari amici fosforescenti per riportarli a
casa, ma tu promettimi che smetterai di piangere. Il
livello delle acque del lago si sta alzando a
dismisura e se le nostre grotte al di là della cascata
verranno sommerse, io e le mie sorelle fate
moriremo tutte. Immagina che desolazione il mondo
senza gli arcobaleni!”
Nonostante le parole persuasive della giovane
fata, però, il coccodrillo vegetariano non riesce a
fermare le proprie lacrime. L’unica soluzione è
raggiungere al più presto la dimora del Signor
Orologio Parlante. Solo lui ha il potere di fermare il
tempo permettendo così a Nanì di partire
all’avventura per un lungo viaggio alla ricerca della
tribù dei pesci colorati, far tornare il sorriso sul muso
di Drillo e salvare la comunità delle fate.
Quante avversità dovrà superare? Quali
luoghi si troverà a perlustrare? Chi incontrerà lungo
il cammino? E soprattutto: ce la farà la nostra
giovane fata a portare a termine la sua eroica
missione?